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Il primo dentino

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Jack Gelo si è presentato la mattina del 27 Ottobre. Otto gradi, un freddo intollerabile dopo il settembre più piacevole degli ultimi trent’anni. Stiamo affinando la metodologia per portarti a scuola. Prima ci alzavamo alle sette ogni mattina. Ora abbiamo virato verso le 7,20 ed iniziamo a speculare sulla tua maturità, sperando che non ti metta a battere i piedi per metterti il grembiule. Dalla porta di casa nostra a piedi sono sette minuti. In bici, circa tre. In auto cinque.

Grandi notizie in questo mese d’ottobre. La mamma è stata nominata rappresentante di classe all’unanimità. Dopo una campagna elettorale di 10 minuti è stata scelta, sbaragliando la fragile opposizione delle altre mamme, inorridite dall’eventuale fregio. La mamma avrà rapporti segretissimi con le maestre, si farà messaggera di comunicati e si occuperà di raccogliere i fondi per le feste degli alberi, dei tordi e delle primavere. Ho spiegato alla mamma che dobbiamo avere un tornaconto per tutto questo scompiglio. Lei, incorruttibile come un ausiliario del traffico di Ravenna, ha detto di no. Che lo fa perché qualcuno doveva farlo, ma io so che quando sarà ora di scegliere i regali di fine anno per le maestre, lei appoggerà la mia candidatura come fornitore di ammennicoli.

Ottobre è anche un mese indimenticabile sotto altri punti di vista.

Mercoledì 15 ottobre hai perso il tuo primo dentino.

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Lo hai fatto senza nessuna compostezza. Entusiasta come il vincitore di fresco sei venuta fin in strada per darmi la notizia. Io ti guardo e tu sorridente, con quella bocca sdentata. Non ho capito se ti piaci o se sai che ne avrai da guadagnare. Quando io ho perso il mio primo dentino(mio padre lo fece saltare con un colpo secco dopo averci attaccato uno spago, io mi lasciai fare tutto solo perché mio padre non giocava mai con me e tantè, mi accontentai), l’indomani mattina trovai una confezione di pastelli carioca nel camino.

Non sapevo se la tradizione era cambiata. Consulto in famiglia fino a quando si delibera per il soldino. Tu dovrai mettere il dentino sotto il cuscino e la notte, la Befana o babbo Natale, non ricordo, te lo sostituiranno con una moneta da due euro. Opto per una moneta coniata in Germania, come buon auspicio per il futuro. La mamma mi eleggerà fantastico personaggio notturno ed io avrò il compito del baratto. Secondo me l’ha fatto solo per pigrizia. Così, durante la notte, compio il mio dovere. Che cosa buffa la mattina. Trovi la tua moneta e sei felicissima di quel dono. Ti porterai la moneta in giro con te tutto il giorno dopo. E’ buffo perché nel salvadanaio ne hai tante. Eppure quella rimarrà sul tuo comodino per giorni.

Lo stesso giorno la mamma verrà a prenderti per un giretto al parco dove incontrerai la tua amica Francesca. E cosa accade? Il rocambolesco. Per la prima volta dopo due anni di tentativi infruttuosi, lascerai le mani della mamma e, sulla tua biciclettina (senza ruotine), farai il tuo primo giro in solitaria. La cosa è avvenuta nel più totale anonimato come si conviene ai miracoli.

Io e la mamma abbiamo passato tutta l’estate cercando di farti un po’ di scuolina:

“Vai dritto, stai concentrata, non ti sbilanciare, guarda avanti, tieni i piedi sui pedali”, per capire che anche per insegnare l’arte dell’equilibrio ci vuole talento. Poi, in un pomeriggio d’Ottobre, mentre le foglie stanche si lasciavano morire consapevoli di avere vissuto tutta la vita, ti sei lanciata nel tuo primo viaggio indipendente della vita. E’ stato un viaggio di dieci secondi, ma io l’ho guardato meravigliatissimo, come quando vidi il mio primo rinoceronte. Trattenendo il fiato. Bellissimo.

L’ho visto su facebook. La mamma non mi aveva nemmeno taggato!

 

‘notte babbo

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